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[Intervista] Domuni, un’avventura collettiva (1998-2023)
![[Intervista] Domuni, un’avventura collettiva (1998-2023)](/media/photologue/photos/cache/comm_domuni-une-aventure-collective-interview_image-site-public-pagina_cabecera.png)
22 maggio 2025
Venticinque anni di impegno, pazienza, fede. Fratello Michel Van Aerde, domenicano della Provincia di Tolosa, cofondatore e primo rettore, ha vissuto l’avventura Domuni dall’interno, dai primi impulsi fino alla crescita di un’università presente in più di cento paesi. Oggi, dopo aver passato il testimone a una nuova generazione di responsabili, si prende il tempo per riflettere su questo percorso.
"Domuni, un’avventura collettiva (1998–2023)", pubblicato il 24 maggio 2025, non è un semplice libro di ricordi. È un racconto a più voci, tessuto di momenti fondativi, convinzioni condivise e domande meditate a lungo. Cofondatoredi questa università online nata dall’intuizione domenicana, Michel Van Aerde racconta una storia collettiva, ma anche profondamente interiore. Una storia in cui intelligenza e fede procedono insieme, passo dopo passo.
D. Perché pubblicare questo libro oggi?
Michel Van Aerde: È il momento giusto. Il testimone è stato passato, si apre un nuovo capitolo per Domuni. Ho sentito la necessità di prendere un po’ di distanza e osservare il cammino fatto. Questo libro è allo stesso tempo una testimonianza e una rilettura. Ho voluto far emergere ciò che, al di là dei fatti, è stato fondamentale: le grandi intuizioni iniziali, le scoperte fatte lungo il percorso, anche le sorprese. E poi ho voluto meditare, teologicamente, su ciò che è stato vissuto. Perché Domuni non è solo una costruzione istituzionale, ma un’esperienza spirituale e intellettuale forte, condivisa con tutta una comunità. Questo è ciò che ho cercato di esprimere a parole.
D. Parla di un’avventura collettiva. Cosa intende esattamente?
Michel Van Aerde: Nulla di tutto ciò si è fatto da soli. Tutto si basa su collaborazioni: insegnanti, tecnici, responsabili, studenti. Siamo partiti da zero — niente soldi, niente sedi, niente piattaforme. C’era solo un’opportunità con Internet, un’urgenza missionaria e una profonda fiducia. È un’opera comunitaria.
D. Che cosa distingue Domuni nel mondo accademico?
Michel Van Aerde: Ciò che distingue Domuni è che abbiamo ripensato tutto a partire dallo scopo finale. Non dai mezzi tecnologici o dai modelli classici, ma dalla domanda: come aiutare lo studente a strutturare il proprio pensiero, ad appropriarsi di saperi essenziali per comprendere il mondo, per collocarsi e per agire? Non è semplicemente un’università a distanza. È un progetto, un vero progetto intellettuale e spirituale.
Fin dall’inizio, abbiamo voluto rendere l’insegnamento universitario accessibile al maggior numero possibile di persone. A coloro che sono esclusi dalla geografia, dalle difficoltà economiche o da ritmi di vita che rendono impossibili gli studi classici. A coloro che non hanno trovato il loro posto nei rigidi schemi. Domuni è un modo per dire: avete un posto nella vita intellettuale. Ovunque siate.
D. Esiste una “teologia di Domuni”?
Michel Van Aerde: Sì, implicita ma reale. L’organizzazione, le scelte pedagogiche, la transculturalità, la transdisciplinarità, il modello di governance, un nuovo rapporto con lo spazio e il tempo... rivelano un modo di credere. L’insegnamento a distanza, per esempio, crea uno spazio pasquale in cui lo studente diventa pienamente protagonista. Domuni testimonia un Dio che si ritira per lasciare che si strutturi la libertà.
D. Quale ruolo ha l’Ordine dei Predicatori in questa storia?
Michel Van Aerde: Centrale. Domuni incarna il cuore della nostra missione: studiare, trasmettere, connettere. Essere presenti ai margini. 25 anni fa significava essere su Internet, oggi siamo su questo nuovo continente.
D. E ora?
Michel Van Aerde: Mi sono ritirato. Altri prendono il testimone, con energia. La rotta è chiara: conservare l’audacia degli inizi, sviluppare la rete internazionale e integrare l’intelligenza artificiale come strumento di intelligenza collettiva.
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